Suppershare, startup "social eating" anti-Gnammo
Suppershare
Suppershare è una piattaforma promossa da Slow Food, che mette in contatto utenti privati che propongono un pranzo o una cena a casa loro con altri utenti privati disposti ad acquistare un posto a tavola. Suppershare ha il patrocinio dell'Università degli Studi di Scienze gastronomiche di Pollenzo (Cuneo), ed è ciò che la differenzia dalle altre piattaforme, perché mette a disposizione dei founders un network di persone provenienti da 73 Paesi, particolarmente interessate al cibo e a determinati valori legati alla sua coltivazione, produzione e consumo. I founders di Suppershare sono due giovani studenti dell'Università degli Studi di Scienze gastronomiche di Pollenzo (Cuneo), Valerio 24 anni, brindisino, e Alessandro 22 anni, residente a Milano. I due founders hanno cominciato a pensare a una piattaforma di social eating e ne
hanno subito parlato con Carlo Petrini,
fondatore e presidente dell’associazione internazionale no profit attiva in 150
Paesi, nonché presidente dell’Università di Scienze
gastronomiche.
Suppershare in pillole
I due founders hanno deciso di acquistare una piattaforma già esistente, per poi applicare ulteriori specifiche. La scelta è caduta proprio su Suppershare, fondata
a San Francisco da italiani residenti nella città statunitense, Roberto Scaccia e Nicola Lioce. Uno dei founder specifica come per
una volta qualcosa che è nato all’estero, sta mettendo radici in Italia. Invece
delle solite fughe aziendali a cui si è abituati. Suppershare sta
seguendo il percorso tipico di ogni startup che si rispetti: investimento
iniziale di tasca propria, lavoro 24 ore su 24 sette giorni su sette, contatti
in corso con potenziali investitori e aziende interessate a partnership. Nel
frattempo ai due si è aggiunto un terzo socio: Maurizio
Chisu, bocconiano che ha successivamente conseguito un double degree a Shangai. Suppershare è stata presentata a Luglio, nel loft milanese Lovethesign, startup di e-commerce dedicata all'home design, con una serata a base di design, cibo e socialità , con materie prime fornite da Eataly.
Sviluppo di Suppershare
Suppershare nonostante sia operativa, è ancora in una fase iniziale, infatti sono previste ulteriori 7 diverse funzionalità inedite e mai utilizzate dagli altri
competitors del settore, che dovrebbero uscire nel mese di febbraio.
Ma si intuisce che alla base, c’è un progetto radicato
nell’ecosistema Slow Food. Ovvero gli utenti avranno a che fare con
piccoli produttori, economia locale, tradizione. Esiste una rete all’interno
dell’Università che consentirà di raggiungere milioni di persone in tutto il
mondo. I founders stanno già pensando di coinvolgere i loro colleghi universitari stranieri in modo da diventare ambasciatori di Suppershare nel
loro Paese d'origine, in modo da fare ad esempio
un suppershare.birmania o suppershare.uganda. I founders sono al lavoro per portare la piattaforma in altri 5 Paesi a partire
dal prossimo anno, in primis Usa, Spagna e Argentina.
Non ci resta che fare un in bocca al lupo a Suppershare e dire: il pranzo è servito.
Fonte: EconomyUp
Interessante articolo e altrettanto interessante progetto, ma mi chiedo... qual'è lo scopo di inserire nel titolo quell'antipatico e screditante "anti-Gnammo"?
RispondiEliminaPiù che antipatico può essere visto come incentivo a fare sempre meglio rispetto a qualcosa che già è buono. Non per forza deve visto come un ottica negativa. Gnammo non è un male, ma qualcosa a cui ispirarsi per fare meglio
RispondiEliminaPiù che antipatico può essere visto come incentivo a fare sempre meglio rispetto a qualcosa che già è buono. Non per forza deve visto come un ottica negativa. Gnammo non è un male, ma qualcosa a cui ispirarsi per fare meglio
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